PALMARES:
351 corse
106 vittorie assolute
76 vittorie di classe
100 giri più veloci
5 primati internazionali di velocità (3 in moto, 2 in auto)
7 titoli di Campione d'Italia (2 in moto, 5 in auto)
Tazio Nuvolari è sicuramente la leggenda più marcata della storia dell'automobilismo. Chiunque ne conosce il nome, anche se forse non tutti sanno che era, ed è, anche conosciuto come il Mantovano Volante. Il suo coraggio, il suo ardimento e la sua determinazione dominarono talmente tanto il mondo delle corse, sia delle due che delle quattro ruote, per 30 anni al punto che la sua leggenda iniziò quando egli era ancora vivo.
Nacque nel 1892 in una tipica famiglia contadina come ce n'erano tante nel mantovano della fine del secolo scorso. Non c'è molto da raccontare sulla sua infanzia, fu un ragazzo normale che rivelò ben presto la sua passione per i motori, ma che nessuno immaginava potesse diventare il grandissimo pilota che vinse quasi cento gare nella più straordinaria carriera che il mondo dell'automobilismo ricordi. In effetti Nuvolari non ebbe mai il fisico di un super-eroe, anzi era piuttosto basso di statura, esile e per di più aveva una gamba più corta dell'altra a causa di una frattura causatagli da un cavallo quando aveva soltanto cinque anni.
Suo zio Giuseppe, uno dei primi commercianti di moto Bianchi, avvicina il nipote agli sport motoristici. Dopo aver prestato servizio nell'esercito Italiano come autista, all'età di 28 anni inizia a partecipare a gare motociclistiche. Corre con moto mitiche oggi quasi dimenticate, quali Norton, Sarolea, Garelli, Fongri e Indian. Le sue capacità sono notate dal potente team Bianchi del quale ne entra a far parte e finalmente campione Italiano. Al Gran Premio motociclistico di Monza ha il suo primo incidente serio che lo vede uscire dall'impatto con ambedue le gambe rotte. Dopo che i dottori gli hanno ingessato le gambe gli viene detto che, per almeno un mese, non potrà camminare e di correre in moto non se ne parlerà più. Ma il giorno successivo è sulla griglia di partenza legato alla propria moto; chiede ai meccanici che lo sorreggano quando parte e che lo afferrino quando arriva.
La leggenda di Tazio Nuvolari inizia quel giorno: in quelle condizioni vince la gara.
Nuvolari passa alle corse di auto nel 1924, all'età di 32 anni, mentre sta ancora correndo nel campionato motociclistico. Nel 1927 fonda una propria scuderia, acquistando due Bugatti 35B che divide con il suo compagno Achille Varzi un altro pilota motociclistico molto in gamba. Questa collaborazione si trasformerà in un'intensa rivalità tra i due. Nuvolari inizia a vincere gare su gare a spese di Varzi che lascia il team.
Varzi, figlio di un ricco commerciante, può ottenere vetture migliori ed acquista un'Alfa P2, vettura migliore rispetto a quella di Nuvolari che, nel 1929, firma un contratto con l'Alfa Romeo diventando un'altra volta compagno di squadra del suo acerrimo rivale Varzi.
La Mille Miglia del 1930 entra nella storia per il sorpasso di Nuvolari ai danni di Varzi: guidando durante la notte con i fari spenti lo raggiunge e lo sorprende. A 3 chilometri dalla fine si accosta improvvisamente alla vettura di Varzi, sorride al suo compagno di squadra, gli lampeggia e coglie la vittoria!
Per la Targa Florio del 1932, chiede come copilota a Enzo Ferrari un meccanico che pesi non più di lui. Nuvolari prende da parte il giovane ed inesperto meccanico che Ferrari gli ha assegnato e gli dice che lo avvertirà quando si avvicinano ad una curva particolarmente difficile in modo da non spaventarlo eccessivamente. Durante la gara, ogni volta che si avvicinano ad una curva, Nuvolari grida al suo meccanico di nascondersi sotto il cruscotto. Al termine della corsa, e di un'altra vittoria di Nuvolari, Ferrari chiede al meccanico come ha guidato. "Nuvolari ha cominciato a gridare alla prima curva e ha finito all'ultima" gli risponde il ragazzo "Io sono stato steso a terra sul pianale per tutto il tempo.".
Nel 1933 totalizza molte vittorie ma viene separato dal suo team manager Enzo Ferrari e passa alla Maserati.
Il 1933 lo vede anche andare in Irlanda del Nord dove prende parte al Tourist Trophy alla giuda di una MG K3 Magnette turbo. Dopo aver dominato tutta la gara, qualcuno gli chiede se gli sono piaciuti i freni della MG. "Non saprei dire" risponde il pilota "non è che li abbia usati un granché...."
Nel 1935 ritorna all'Alfa Romeo e, al Nurburgring, agguanta una delle sue più grandi vittorie. Con una vecchia Alfa Romeo si batte non contro un'altra vettura ma contro tutto il potere della Germania.
Guida al limite, e qualche volta lo supera anche, per tutta la gara. Il suo implacabile inseguimento costringe il pilota Mercedes. in testa a ritirarsi con una gomma a terra e Nuvolari vince davanti ad una platea nazista esterrefatta.
Sempre nel 1935 stravince sul Circuito delle Mura con l'Alfa romeo P3, alzando la maestosa Coppa Città di Bergamo dirà : " Avete un circuito stradale sublime, superiore a quello tanto rinomato e blasonato di MonteCarlo ".
Nel 1936 incorre in un terribile incidente durante le prove del Gran Premio di Tripoli ma scappa dall'ospedale, prende un taxi e raggiunge il circuito giusto in tempo per la partenza: sale sul muletto e termina settimo.
Dopo la morte di Bernd Rosemeyer nel 1938, all'Auto Union sono alla disperata ricerca di un pilota che possa guidare le loro potentissime vetture da gara. Grazie alle insistenze del dr. Ferdinand Porsche viene contattato Nuvolari che, come consueto, va e vince il Gran Premio Inglese a Donington.
Solo la seconda guerra mondiale riesce a fermare Nuvolari ma, al termine del conflitto, ritorna alle corse nonostante l'età di 53 anni. E ritorna alla sua maniera: durante una gara in una formula minore, gli si stacca il volante e, pur di non ritirarsi, riesce a tornare ai box tenendo il volante con una mano e il piantone dello sterzo con l'altra.
Continua ancora a vincere ma l'età e soprattutto una forma di asma acuto, venutogli a furia di respirare gas di scarico, lo minano sempre di più.
La sua ultima Mille Miglia, nel 1948, è la gara finale della sua incredibile carriera.
Il suo desiderio, quello cioè di poter morire praticando lo sport che aveva sempre amato, non è destinato a realizzarsi.
L'11 agosto 1953, nove mesi dopo essere stato afflitto da un paralizzante colpo apoplettico, muore. Secondo il suo desiderio viene seppellito con indosso la sua tuta di gara, la maglia gialla ed i pantaloni blu.
Più di 50.000 persone partecipano ai suoi funerali. Enzo Ferrari, arrivando a Mantova, si ferma alla bottega di un idraulico per chiedere la direzione che deve prendere. Vedendo la targa di Modena ed ignorando l'identità del guidatore, il lavoratore gli mormora "Grazie di essere venuto. Un uomo così non nascerà mai più".
Le sue imprese memorabili hanno ispirato canzoni come "Arriva Tazio" del Trio Lescano e la celeberrima "Nuvolari" di Lucio Dalla.
Nella sua carriera disputò 351 gare vincendone 106, nel suo palmarès come motociclista (il suo soprannome era "Nivola") figurano due campionati italiani delle classi 350 e 500 cm³ (1924 e 1926) e cinque Gran Premi delle Nazioni (1925, 1926, 1927, 1928 e 1930) da sottolineare anche la sua prima vittoria su Harley Davidson nel 1921.
Da corridore automobilista (era soprannominato "il mantovano volante") e tra le sue vittorie più importanti : la Targa Florio (1931 e 1932), la Mille Miglia (1930 e 1933), la Coppa Vanderbilt (1936), il Gran Premio di Tripoli (1928), due Gran Premi d'Italia (1931 e 1932), il Gran Premio di Germania (1935